CLIMA DELLA BASILICATA

La Basilicata è una regione italiana poco conosciuta ma molto interessante, anche dal punto di vista climatico.
L'ampia varietà della morfologia del territorio, consente di tracciare varie fasce climatiche.
Una prima divisione vede tre fasce principali: adriatica, jonica e tirrenica.
Un'altra suddivisione tiene conto dell'altitudine, anche in questo caso vengono evidenziate tre aree: l'area montana appenninica, quella collinare (o murgiana) e quella delle pianure.
Di seguito una mappa esplicativa del territorio diviso per fasce climatiche:

Fasce climatiche Basilicata
*Le linee tratteggiate delimitano le aree che condividono due fasce climatiche.

La fascia tirrenica è una tra le aree più piovose d'Italia.
Uno dei fattori che caratterizzano la particolarità di questa area è l'estrema vicinanza dell'Appennino Lucano alla costa e la singolare insenatura del Golfo di Maratea. Le precipitazioni in arrivo dal Tirreno, trovano un corridorio naturale che le conduce successivamente a "sbattere" contro le alte cime poste a strapiombo sul mare. Tale fenomeno, conosciuto con il nome di effetto stau, esalta notevolmente le precipitazioni.
L'area maggiormente piovosa è racchiusa nel triangolo Rivello - Trecchina - Nemoli, dove in un anno cadono mediamente 2000 - 2100 mm di pioggia (fonte ARPAB) mentre sulle cime (come quella del Sirino) i valori possono raggiungere e superare i 2500 - 2600 mm.
Con la presenza di basse pressioni sul mar Tirreno centrale e conseguenti correnti da sud-ovest, spesso si superano i 150mm giornalieri.
Spostandosi verso l'interno, i quantitativi di pioggia scendono rapidamente, già all'imbocco della val d'Agri e della val Sinni le pioggie non superano i 1500mm.
La distribuzione delle piogge è irregolare: il picco è centrato nel semestre autunno-inverno con minimo estivo, dove tuttavia non mancano i temporali, specie in presenza di correnti settentrionali.
Le aree interne sono le più fredde della regione, spesso si hanno gelate sia in autunno che in primavera inoltrata.
La neve cade abbondante sopra i 900m, specie nelle zone più interne, oltre i 1200m è facile superare il metro di neve fresca caduta in un singolo giorno mentre sulla costa gli accumuli sono sporadici e poco consueti.
Molto frequente è la nebbia, soprattutto nella valle del Noce, dove può essere presente anche in una normale giornata estiva.

Il versante adriatico è l'area più settentrionale della regione e comprende territori di entrambe le province lucane.
La presenza delle Valli del Sele (foce sul Tirreno) e dell'Ofanto (foce in Adriatico), in aggiunta ad una minore protezione dalle correnti da Ovest da parte della catena appenninica e dalla minore distanza dal mar Tirreno, fa si che l'area occidentale risulti essere più piovosa di quella orientale.
Gli estremi passano dai 1100mm dell'area prossima al confine con la Campania, ai 500mm della murgia materana.
Le pioggie hanno una distribuzione varia con picco nei mesi autunnali ed invernali ed irregolari in quelli estivi, dove periodi instabili con temporali possono alternarsi a periodi anche piuttosto prolungati di siccità.
Raramente si hanno accumuli superiori ai 100mm giornalieri.
La neve cade abbondante sopra gli 800m mentre le zone collinari sono le più nevose della regione.
Con inverni dominati da irruzioni balcaniche tutto il territorio è soggetto a nevicate anche violente sottoforma di blizzard.
A differenza del medio versante adriatico (Marche,Abruzzo e Molise), in caso di ASE (bande nuvolose che si generano in Adriatico a causa dello scontro tra l'aria gelida e l'aria più mite del mare) quest'area è meno coinvolta se non del tutto riparata quando le correnti provengono da nord, a causa del Gargano che "frantuma" le bande nuvolose al loro passaggio. Discorso diverso con correnti da nord-est e nord-ovest, dove nel primo caso "l'ombra" ricade sull'Irpinia ed Appennino Dauno e, su gran parte della Puglia nel secondo.
L'area orientale risulta comunque meno nevosa di quella occidentale sia per una minore altitudine media e sia per la presenza dell'altopiano Murgiano a nord che scherma in parte le precipitazioni.

La fascia jonica è la zona più calda della regione, sia per la bassa altitudine, sia per la completa esposizione alle calde ed umide correnti di scirocco.
Le precipitazioni variano dai 700mm ai 500mm (solamente una piccola area vicina al Pollino jonico supera i 900mm) con picchi in autunno-inverno.
In estate i temporali sono presenti soprattuto in condizioni di instabilità con correnti di maestrale ed, in forma minore, anche con correnti sud-occidentali.
Durante l'autunno l'area può essere soggetta a forti condizioni di maltempo soprattutto nel caso in cui le depressioni africane risalgono verso il mediterraneo.
L'apertura verso sud-est della costa e la disposizione delle vallate, consente agli umidi venti di scirocco, di penetrare facilmente all'interno e scaricare grossi quantitativi di pioggia lungo tutta la fascia collinare materana sottoforma di intensi e prolungati rovesci. Spesso è in queste situazioni che si verificano alluvioni nella piana di Metaponto.
La neve è sporadica sulle colline più elevate mentre sulla costa è abbastanza inusuale.
Molto nevosa risulta l'area jonica prossima al Pollino, capace di grosse nevicate in condizioni di aria fredda al suolo e scirocco in quota.

Alle aree sopracitate è possibile aggiungerne una quarta:
La fascia centrale è una ristretta area interna posta ai margini delle tre fasce principali.
Non ha confini precisi e delineati, nè tanto meno un suo clima caratteristico.
Trovandosi nel cuore della regione, questa particolare area può assumere le caratteristiche di tutte le fasce climatiche a seconda della configurazione atmosferica che si presenti.
E' da sottolineare che gli effetti indotti su tale area sono sempre meno intensi ed incisivi rispetto alle aree tipiche.
Nella stagione estiva, frequenti sono i temporali di calore.

Da aggiungere infine che alcune aree ricadono su due differenti fasce, acquisendone pienamente le loro rispettive caratteristiche a differenza della fascia centrale.

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Lentini Emanuele

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