Come avviene? Se i raggi solari proiettano un ombra verso una nube o un banco di nebbia, la sagoma proiettata viene circondata da anelli di luce colorata chiamati "gloria" causati dalla diffrazione e dispersione della luce tra le gocce d'acqua.
La prospettiva dà allo spettro una immagine triangolare che può farlo sembrare un gigante (percezione della profondità).
E' più comune nelle foreste inglesi e del nord europa ma è possibile ammirarlo anche sulle Alpi. Una leggenda tra alpinisti afferma che chi vede un Broken Spectre morirà in montagna il giorno dopo.
Sono causati dalla presenza di cristalli di ghiaccio (solitamente nelle nuvole cirri dove la luce viene riflessa e rifratta alterandone il colore.
La forma e l'orientamento dei cristalli determinano la forma ed il colore dell'alone.
Generalmente il fenomeno, manifestandosi in presenza di cirri, premonitori di un fronte caldo in arrivo, preannuncia un peggioramento del tempo. Inoltre,durante l'inverno, in presenza di nebbia, è indicatore di possibili gelate.
Sono collocate nella mesosfera, ad una quota di 80.000 metri (le nubi comuni più alte non superano i 16.000 metri) che le permette di essere colpite dai raggi solari obliqui anche quando il suolo è ormai prossimo al buio.
Sono correlate con i minimi solari, ossia il loro numero aumenta quando diminuiscono le macchie solari e viceversa.
Sono nubi di origine orografica. Prendono forma quando, in condizioni di marcata stabilità, una corrente d'aria sostenuta incontra un rilievo o un ostacolo termico che ne devia il suo flusso verso l'alto.
Saltato l'ostacolo, la corrente prosegue il suo cammino disegnando un ondulazione con sali e scendi ripetuti (onde orografiche) che si fanno meno marcati con l'allontanarsi dall'ostacolo.
Nella fase ascensionale il vapore tende a condensare formando la nube in prossimità della cresta dell'onda mentre nella fase di caduta le gocce evaporano dissolvendo il tutto. Dal momento che le onde orografiche possono durare per diverse ore senza mutazioni, le nubi possono sovrastare i cieli nello stesso punto per diverso tempo, generandosi in continuazione.
La sua origine si deve allo scontro tra l'aria fredda spinta verso il basso da un sistema temporalesco e l'aria calda ed umida in risalita dal suolo. La variazione di velocità e direzione del vento (wind shear) possono indurre le due correnti ad un "rolling" ovvero un effetto mulinello, invorticamento su un asse orizzontale che genera questa particolare nube.
La ricca presenza di vapore acqueo ne determina una bassa altitudine di sviluppo (1-2 km di altezza).
Il passaggio di un aereo può portare al congelamento di alcune gocce e quindi alla formazione di cristalli di ghiaccio più pesanti che, cadendo verso il basso, disfano il tessuto nuvoloso.
Tale processo si estende alle particelle vicine generando il "buco" nella nube.
In genere la stagione delle tempeste coincide con quella estiva (arco di 6 mesi) dove nella zona equatoriale-tropicale si registra instabilità su larga scala (monsoni) e le grosse quantità di aria calda sprigionate dai terreni comprimono verso il suolo aria più fredda che innesca i venti responsabili del fenomeno ("Haboobs" -dall'arabo vento violento).
Il bordo avanzante di una tempesta può apparire come un gigantesco muro solido che può raggiungere altezze superiori a 1,5km ed avanzare ad una velocità di 50km/h con raffiche anche di 100km/h. La temperatura può crollare anche di 15°C e la visibilità può ridursi a zero anche per diverse ore.
Nelle stagioni con forti tempeste possono accumularsi sino a 3 metri di polveri.
(foto di Paul Gitto)
(foto di John Britton)
Come i comuni arcobaleni, prende forma per la rifrazione della luce sulle gocce d'acqua in sospensione nel cielo, quest'ultime, avendo dimensioni minori, impediscono la formazione dell'effetto prisma generatore di colore.
(foto di Keith C.Langill)
Si può avvistare sia in presenza sia in assenza di temporali, sia all'aperto (quelli più grandi) o persino all'interno di abitazioni o nelle fusoliere degli aerei.
Secondo i ricercatori dell'Università di Canterbury il fulmine globulare si originerebbe da una particolare reazione chimica tra un "normale" fulmine a scarica e il terreno.Dall'impatto si originerebbero filamenti di microparticelle di silicio, lunghi circa 100 nanometri che, bruciando a contatto con l'ossigeno, emetterebbero l'energia necessaria a formare un fulmine globulare.